Cosa Facciamo

cosa facciamoLo scopo dell’UCSI è quello di tutelare gli interessi dei Consorzi Stabili, rappresentandoli nei tavoli istituzionali, promuovendone e valorizzandone le specificità e le potenzialità, intendendoli nel loro “essere” Consorzi, ma anche come insieme di singole Imprese ognuna delle quali conserva anche la sua specificità.

UCSI ha avviato, nel corso degli anni, importanti dialghi con le Autorità, più rappresentative del Paese (Ministero delle Infrastrutture, Ministero degli Esteri, Ministero dell’Economia, Ministero della Difesa) al fine di affrontare concrete problematiche per la tutela degli interessi dei Consorzi Stabili e delle Imprese ad essi aderenti.

In particolare, negli ultimi tempi in relazione alla stesura del Codice dei Contratti e di seguito alla sua prima revisione tramite il Decreto Correttivo, siamo stati ricevuti sia da esponenti delle Commissioni Parlamentari, sia da esponenti politici e funzionari tecnici del Ministero delle Infrastrutture, dove abbiamo avuto modo di segnalare alcune delle problematiche che interessano i Consorzi Stabili e le imprese che vi aderiscono, così come sono emerse sia nel nostro Consiglio Direttivo, sia dai contatti diretti con i Consorzi.

La nostra attenzione nei prossimi tempi, e sarà così anche nei mesi a venire fino alla soluzione del problema, sarà indirizzata, oltre che alle osservazioni che via via saranno presentate alle ormai famose “linee guida” dell’ANAC, prevalentemente alla soluzione dell’annoso problema del superamento degli effetti negativi prodotti dall’applicazione dello “Split payment” ai Consorzi Stabili, superamento o quantomeno mitigazione che può avvenire grazie all’applicazione del “Reverse Charge” nella fatturazione tra Imprese e Consorzi.

In realtà, tale risultato sarebbe già stato ottenuto, in quanto il Governo Italiano ha inserito tale norma nella finanziaria 2016 (approvata nel dicembre 2015), ma le leggi che interessano l’IVA devono essere approvate anche dal Parlamentyo Europeo, dove sono inviate per il “nulla osta”.

A questo proposito si sta cercando quindi di individuare un interlocutore politico a livello europeo che  possa portare tale situazione all’attenzione dello stesso Parlamento Europeo.

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